Questa serie di opere fotografiche prende spunto da uno scatto che vinse il primo premio al concorso fotografico “Fotografare l’Adda” nel 2009. Il tema di quell’edizione richiedeva di interpretare la fauna e la flora del fiume. Tantissime erano dunque le immagini che immortalavano in modo spettacolare e documentaristico la vita animale e vegetale. Il mio lavoro premiato risultava insolito, in quanto più artistico e meno descrittivo. Il mio intento non era di fotografare ma soprattutto di cogliere il quadro artistico che la natura ci mette a disposizione.
Anche in questo caso conta non lasciarsi scappare l’attimo fuggente. Ci sono volute 3 ore di appostamento e più di 50 scatti per ottenere la ripresa vincitrice delle “Foglie Morte”. Ho insistito perché avevo visto che in quel contesto c’era qualcosa di più di uno scatto. Bastava aspettare che la natura assemblasse la composizione giusta. Il riconoscimento ottenuto con quell’opera mi ha spinto a continuare questa ricerca e ho provato dunque a estendere questa tematica con altre immagini. Non pensavo fosse così impegnativo farne altre 19. In effetti nel voler ripetere una cosa buona ho rifatto tante fotografie che non riproducevano la stessa magia. In realtà non avevo ben capito le caratteristiche che creavano la forza espressiva di quello scatto vincente. Mi sono perso nel riprendere in modo troppo figurativo i riflessi dell’Adda. Poi mi sono reso conto invece che le immagini colpivano maggiormente se le forme e i colori fissati dall’acqua venivano reinterpretati come delle pennellate, anche indecifrabili ma cariche di espressione. Bisognava leggere l’opera d’arte che si nasconde tra le onde; vedere un quadro più che una fotografia. L’acqua e la luce sono una fonte incredibile di capolavori.